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Le nuove normative sulla moda dell’UE richiederanno una gestione delle scorte sofisticata

I marchi di moda dovranno iniziare a prendere seri provvedimenti per affrontare la sovrapproduzione e la gestione delle scorte, poiché la Commissione Europea prevede di applicare entro il 2028 nuove normative che obbligheranno i brand ad assumersi la responsabilità dell’impatto ambientale dell’abbigliamento che producono.

Ogni anno nell’Unione Europea vengono buttati circa 5,8 milioni di tonnellate di tessuti, l’equivalente di 11 kg per persona. “Tutto questo mucchio di rifiuti non scompare semplicemente nel nulla”, afferma Virginijus Sinkevičius, Commissario Europeo per l’Ambiente.

“Dobbiamo progettare vestiti che possano durare più a lungo. E se ci stanchiamo di indossarli, se li mettiamo una o due volte e poi non li vogliamo più indossare, deve esserci per loro una seconda vita”.

La Commissione sta attualmente redigendo almeno 16 nuovi provvedimenti legislativi per affrontare il consumo di tessili nell’UE, incluso il divieto della distruzione di articoli invenduti e l’obbligo di ritirare per il riciclo i prodotti usati.

Di conseguenza, i brand del settore fashion dovranno implementare tecnologie sofisticate per ottimizzare la gestione delle scorte e i processi dell’economia circolare.

Ridurre l’invenduto con una gestione efficace delle scorte

A livello globale vengono prodotti ogni anno 100 miliardi di capi di abbigliamento, e ogni secondo il corrispettivo di un camion carico di vestiti viene incenerito o inviato in discarica. Questa cattiva gestione delle risorse ha portato i governi dell’UE a concordare un divieto della distruzione dei tessili invenduti.

Mentre alcuni articoli di fine stagione possono essere trasformati in materiale per nuovi capi di abbigliamento, se i brand vogliono veramente diminuire la pressione delle loro attività sulle risorse naturali dovranno ridurre la quantità di merce invenduta fin dall’inizio.

Per fare ciò, le aziende devono aumentare le opportunità di vendita delle scorte durante tutta la stagione. Che queste scorte siano detenute dai negozi, dai corner, dai magazzini o dai fornitori, devono essere visibili ai clienti per essere vendute.

Questo richiede un’unificazione delle scorte tramite un sistema di gestione degli ordini (OMS) che integra i dati di tutti i punti di stoccaggio e rende visibili gli articoli disponibili su ogni canale di vendita, inclusi siti di e-commerce, piattaforme social, marketplace e dispositivi in negozio.

Ciò fornisce agli acquirenti e agli addetti ai negozi una visione in tempo reale dell’intero catalogo prodotti del marchio, facilitando le vendite indipendentemente dal canale di acquisto o dalla posizione delle scorte.

Massimizzando le opportunità di vendita in questo modo, i brand possono accelerare la vendita delle scorte nella prima parte della stagione, riducendo così il numero di articoli rimasti invenduti a fine stagione.

Poiché gli acquirenti continuano a richiedere una vasta gamma di prodotti per soddisfare le loro esigenze, queste nuove normative incoraggeranno le aziende anche a mantenere i prodotti in vendita per un periodo più lungo, e un OMS può fornire un’accurata lista di prodotti disponibili.

Tutti i dati detenuti da un OMS, articolo per articolo e punto di stoccaggio per punto di stoccaggio, possono quindi essere utilizzati dal brand per pianificare la futura gestione delle scorte e le previsioni di vendita, garantendo che venga prodotto il giusto numero di prodotti per soddisfare la domanda e che le scorte siano allocate ai canali in cui si venderanno meglio.

Abilitare la gestione delle scorte nell’economia circolare della moda

Per garantire che i tessili vengano utilizzati il più a lungo possibile, i decisori politici richiederanno ai brand anche di raccogliere una quantità di abbigliamento da riciclare equivalente a una certa percentuale della loro produzione, e questa percentuale aumenterà nel tempo.

In alternativa, le aziende potranno versare un contributo alle attività di raccolta rifiuti delle autorità locali.

Tuttavia, dato che il mercato globale di abbigliamento di seconda mano e di rivendita dovrebbe quasi raddoppiare raggiungendo un valore di 351 miliardi di dollari entro il 2027, i retailer farebbero bene a considerare di gestire in prima persona la rivendita dei propri prodotti di marca per evitare di perdere potenziali entrate significative.

Gestire sia i prodotti nuovi che quelli di seconda mano richiederà operazioni più sofisticate, dato che i riferimenti dovranno essere categorizzati in base alle condizioni degli articoli, e gli ordini divisi saranno più comuni poiché gli articoli restituiti per la rivendita potrebbero essere distribuiti in tutta la rete di vendita al dettaglio.

L’OMS di OneStock semplifica queste situazioni.

Innanzitutto, la promessa di consegna visualizzata sul sito si aggiorna dinamicamente per riflettere la condizione dell’articolo selezionata dal cliente, in base alla posizione delle scorte. Può essere visualizzato un mix di tempi di consegna se è necessario spedire separatamente articoli nuovi e articoli usati.

Una volta che il cliente effettua l’ordine, questo viene automaticamente assegnato al punto di stoccaggio più adatto, in base a precise regole aziendali. Ad esempio, l’ordine verrà prima offerto alle sedi che possono soddisfarlo per intero. Se nessuna di esse è disponibile, l’ordine verrà quindi diviso e proposto ai negozi che possono soddisfare la maggior parte degli articoli nell’ordine, o ai negozi più vicini all’indirizzo di consegna per ridurre al minimo i costi di spedizione aggiuntivi.

Attraverso l’integrazione con il CRM aziendale, il cliente viene informato sullo stato del suo ordine – se deve aspettarsi un ordine diviso o no, e i tempi di consegna previsti per ogni pacco – cosicché i brand possano mantenere un’esperienza di acquisto coerente indipendentemente dal fatto che un cliente stia acquistando prodotti nuovi o usati.

“Non fare niente non è più un’opzione”, afferma Virginijus Sinkevičius. Le nuove misure entreranno in vigore entro i prossimi cinque anni, quindi i brand di moda devono agire rapidamente per migliorare la gestione delle scorte e attuare iniziative sostenibili.

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